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lunedì 19 settembre 2011

La viltà è talmente diffusa che non ci facciamo più caso (F. Alberoni)


Post che sottolinea la mancanza di valore e di coraggio nelle decisioni importanti della nostra vita (sia pubblica/politica che privata).
Grazie di cuore!
Luca

Ho già trattato altre volte il tema del pauroso e del vile. Perché la parola vile non è più usata, fa parte di quelle espressioni che il mondo moderno vorrebbe mettere in soffitta come la parola onore. C’è uno stretto rapporto fra l’onore e la viltà. Vile è qualcuno che si comporta in modo disonorevole, meschino agli occhi degli altri e soprattutto dei suoi pari. È vile chi, alla testa dei soldati, scappa via; è vile chi si nasconde dietro un amico e si salva grazie alla sua morte; è vile chi accusa un altro di una colpa che ha commesso lui; è vile chi fugge davanti alla responsabilità. In sostanza, il vile non è solo un pauroso che evita la responsabilità e si nasconde, ma colui che, col suo comportamento, danneggia persone a cui dovrebbe cura e rispetto. È vile chi, in un duello, si ferma prima di essere arrivato al luogo stabilito e spara all’avversario alle spalle. Un tempo per indicare che uno era vile, traditore e malvagio si usava l’espressione «maramaldo ». La parola viene da Fabrizio Maramaldo, un ufficiale di Carlo V che, arrivato dove si era arreso ferito il comandante della Repubblica fiorentina Francesco Ferrucci, contrariamente alle leggi della cavalleria, lo uccise. E Ferrucci gli disse: «Vile, tu uccidi un uomo morto». Noi pensiamo che certe parole e i loro significati siano ormai definitivamente messi in soffitta e nessuno provi più quei sentimenti. Ma non è vero. Non ci sono più le regole di cavalleria, ma restano pur sempre le regole del valore, del merito, dell’amicizia. A me è capitato più volte in un concorso universitario di votare contro un candidato bravo, ma non ancora pronto per essere eletto. In seguito, però, mi sono sentito in dovere di andare a parlargli e di spiegarli cosa doveva fare per riuscire nel prossimo concorso. Non mi sono nascosto come un ladro. Per non parlare dei casi in cui una persona importante cade in disgrazia, magari anche momentaneamente, e tutti gli altri, anche quelli che gli si dichiaravano amici, spariscono, lo evitano come fosse un appestato. E che cos’è questo comportamento se non pura e semplice vigliaccheria? La gente sostiene che la viltà nel mondo moderno è scomparsa, che non è più di moda. Ma cosa dite? Non ci sono mai stati tanti vili come in questo momento. Anzi, la vigliaccheria è un sentimento così diffuso, così abituale che non ci facciamo quasi più caso. Semmai, ti colpisce l’unico coraggioso che ha il coraggio di affrontarti e di dirti apertamente in faccia ciò che pensa.
Francesco Alberoni(fonte: Corriere della Sera del 12 settembre 2011)

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