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venerdì 3 settembre 2010

La competizione fa miracoli se punta all’eccellenza (F. Alberoni)

Come dice Albert Einstein: "non si può risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che lo ha provocato".
Curiosità e voglia di apprendere possono spingere a cambiare le proprie idee su diversi argomenti e a me, personalmente, non interessano le posizioni politiche di chi propone qualcosa di nuovo ma mi sta a cuore l'interesse collettivo che ne deriva. Non importa da quale parte arrivi l'eccellenza, l'importante è che ci sia!
Quali azioni concrete possono aiutare la collaborazione fra strutture pubbliche (Comune - Provincia - Regione - Scuole - Ospedali - ecc...) e private (liberi professionisti - aziende - associazioni - ecc...)  per favorire la circolazione delle informazioni e delle azioni in grado di supportare e dare nuova linfa ad un territorio per il suo viluppo integrale?
Questa è una delle domande che mi faccio e che mi stimola nel
cercare l'ispirazione di quali possono essere le capacità essenziali per uno sviluppo dell'intelligenza sociale: unica via per una ripresa che ad oggi sembra lontana dal verificarsi. Ma per sviluppare l'eccellenza sociale (partendo da quello che mi interessa di più: Notaresco) è necessario puntare sull'eccellenza delle singole persone. L'unico passaggio sul quale non mi trovo d'accordo con Alberoni (nell'articolo qui sotto) è questo: cambierei la parola "competizione" con "confronto".
L'obiettivo dichiarato, quindi, è l'eccellenza.

Grazie di cuore!
Luca

(fonte: Corriere della Sera del 09 agosto 2010)
I grandi scienziati passano la loro vita nei laboratori, si incontrano e discutono con i loro colleghi ed i loro allievi le loro ipotesi, i risultati ottenuti per cui il luogo della ricerca diventa anche una scuola, la migliore delle scuole. La creazione è sempre il risultato di un processo complesso, dell’incontro di una pluralità di persone, di bisogni, di problemi, di sogni, di docenti e di discenti. Spesso il docente si chiarisce le idee proprio perché deve spiegarle ai suoi allievi e quanto più sono bravi tanto più è stimolato a farlo.

Anche l’impresa può essere una scuola. Soprattutto quando l’imprenditore si occupa personalmente della ideazione del prodotto, dei processi produttivi, tiene stretti rapporti umani con i propri dirigenti, con le maestranze, con i clienti. Pietro Barilla alle sette del mattino andava in fabbrica a guardare la pasta che era stata prodotta. Michele Ferrero lavorava personalmente alla invenzione e al perfezionamento dei suoi prodotti. Livio Garzanti leggeva personalmente tutti i libri e una volta, due giorni prima di ferragosto, l’ho trovato a lavorare sulla copertina del mio libro «Genesi». Le grandi imprese di successo sono sempre state delle scuole da cui sono usciti manager ed imprenditori di valore.

E conta anche l’ambiente sociale. Pensiamo ad un polo universitario come quello di Boston con Harvard, la Brandeis e il Mit o a quello californiano con Stanford, Berkeley e l’Ucla dove convergono e interagiscono famosi scienziati da tutto il mondo. Nel campo dell’arte a Hollywood nel XX secolo e, andando indietro nella storia ad Atene all’epoca di Socrate, a Firenze nel Rinascimento.

Il fattore decisivo è sempre una concentrazione sufficiente di persone di valore, in contatto e in competizione fra di loro, ma una competizione che ha come meta l’eccellenza. Un’eccellenza che si misura sul prodotto, sul successo esterno sia che si tratti di manufatti, di risultati scientifici o di capolavori dell’arte. Per imparare bisogna produrre insieme qualcosa che deve ottenere il riconoscimento degli altri. Io lo vedo al Centro Sperimentale di Cinematografia dove hanno insegnato e dove hanno studiato i migliori cineasti italiani seguendo la regola che si impara facendo. Voi non avete idea di quali incredibili risultati si ottengono in tutti i campi raccogliendo dei giovani e facendoli lavorare con maestri di grande sapere, sensibilità e cultura. Che immenso potenziale perciò esiste nel nostro Paese, che miracoli si potrebbero fare!

Francesco Alberoni

Alberoni homepage

8 commenti:

  1. Luca parla di cose nostre che ce ne frega di alberoni....

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  2. noto che si fa anche la rassegna stampa e perfino dei giornali stranieri.Ieri sulla Città si riferiva il caso del presidente Catarra che compra la nuova autoblu contanti da un concessionario che sta con lui in Provincia.Non l'ho letta qui da voi.

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  3. ieri sera ancora un palco per una manifestazione estiva,Chi paga ? E chi pagherà la comopagnia di Roseto ? Non venite a dirmi che tutto è a costo zero quanro fatto.La signora Etrtorre sta spulciando i conti e credo che sapremo molte cose a presto.

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  4. dopo il discorso di Fini grandi cose in politica anche a Notaresco. Di piu' non posso dire ma qualcosa cambierà fra i nostri bulli...

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  5. concetta stà spulciando? aaaahhhhaaa ahhaaa ma chi gli crede? perchè non si spulcia le cose che faceva lei? spendeva 60000 € all'anno di cose inutili meglio non andare oltre tanto i cittadini sanno

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  6. anonimo delle 1,45 la <Ettorre ci offriva stile e classe questi qui le ammucchiate ubriache.Fai il paragone. E poi di seguito appurerai se hanno speso meno delle 60 mila.Badta pensare che per fare un favore hanno spedso 5000 euro per canti lirici che nessuno ha seguito e per una tardiva commedia in piazza.Viaggi all'indietro e domandati

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  7. cara anonima sei rimasta l'ultima sostenitrice della ettorre io oggi ho provato a riguardare la brouciure dell'estate notareschina non c'è stata alcuna serata lirica, e poi la ettorre cosa vuole spulciare? se spulciano le cose sue!!! mamma mia!!!

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  8. ottimo commento anonimo del 6 delle 21:29
    tutto corretto meglio che non parlo io altrimenti .................

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