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giovedì 22 marzo 2012

Salta il voto in consiglio regionale sul Borsacchio

Tra l'art. 18 che non trova pace e Bersani che dubita di questo Governo, tra lo sterminatore di Al Qaeda che compie strage a Tolosa, tra le giovanissime vittime dell'autobus in Belgio, oggi scelgo questa notizia dal sito di Umberto Braccili: il COMUNICATO DI LANFRANCO VENTURONI (PDL) sulla questione Borsacchio
"Sul Borsacchio finalmente le carte si scoprono! I consiglieri regionali di sinistra, in particolare Claudio Ruffini, Giuseppe Di Luca e Cesare D’Alessandro, quando si è trattato di inserire all’ordine del giorno la discussione relativa alla riperimetrazione della riserva, hanno abbandonato l’aula prontamente seguiti dai colleghi di minoranza, impedendo di fatto che tale argomento venisse trattato”.
È quanto dichiara Lanfranco Venturoni, presidente del gruppo Pdl in Consiglio regionale, che spiega: “Sarebbe bastata la sola presenza dello stesso consigliere Ruffini, che si erge a paladino degli interessi dei territori di Giulianova e Roseto, per far sì che oggi in Consiglio regionale si potesse affrontare una volta per tutte la questione, trovando quella soluzione che a parole tutti dicono di volere ma che nessuno dell’opposizione si adopera per trovare. Le comunità di Giulianova e di Roseto sappiano che in data odierna è stata scritta un’ulteriore pagina di cattiva politica, quella di chi, pur di sottrarsi al confronto, non esita a nascondersi dietro pretestuosi cavilli regolamentari e ad approfittare dell'assenza giustificata da motivi istituzionali dei presidenti Chiodi e Pagano.
Teniamo a precisare che si tratta di un rinvio solo momentaneo – conclude Venturoni – perché faremo valere nel prossimo consiglio regionale la nostra ferma volontà, mirata a superare questo ostacolo allo sviluppo dei territori interessati e all’attesa attuazione del contratto di quartiere Annunziata di Giulianova”.
Ufficio stampa Pdl Consiglio regionale d’Abruzzo
Grazie di cuore!
Luca

giovedì 16 febbraio 2012

TEMPI DI CAOS, TEMPI BUI...

Non si capisce più niente, o quasi!
1) MALTEMPO - La neve ha provocato disagi su tutto il territorio provocando pesanti danni e ritardi (mi chiedo: con un po' di manutenzione in più si sarebbe potuto arginare il disastro?);
2) GUAI EUROPEI - Alcuni "scienziati" dichiarano che la Grecia ha fatto molto ma non tutto (sovvertendo lo slogan elettorale della Ginoble a Roseto) e quindi è quasi fuori dai giochi. Ma mi sembra che sia una manovra per farla fuori e ricomprare (banche, multinazionali, ecc.) i molti pezzi a poco, molto poco. Un po' come quando richiedi una TAC alla ASL e devi aspettare mesi ma... se vuoi farla subito c'è una tale struttura privata, dove lo stesso medico (che non può farla all'ospedale) può farla a pagamento!!!
3) BOCCHE CUCITE – Il Papa a Zagabria: «Fate figli, sono il futuro» Ma atei e militanti per i diritti degli omosessuali lo contestano (e la suora fraintende...). Tutti, a domanda, negano. Ma “fonti all’ospedale cattolico raccontano che Sorella Musvindire si è innamorata “di un congregato”, ovvero di un fedele, che più tardi l’avrebbe messa incinta. E’ scoppiato un putiferio dopo che le autorità hanno scoperto la gravidanza lo scorso novembre, il che ha portato all’espulsione della suora che è stata immediatamente cacciata e le è stato proibito di portare il velo”(leggi tutto).
4) CONFIDIAMO SU "SCHERZI A PARTE" - Dopo il famigerato "tunnel" della Gelmini, la situazione non cambia per la cultura italiana. Che strazio! Il titolo in inglese è "From sheep to Doggy Style, traceability of milk chain in Tuscany". Peccato che "Doggy style" non c'entri nulla con uno dei formaggi più diffusi in Italia, ma sia un modo di chiamare una posizione sessuale. Uno scherzo del redattore o un errore madornale? Probabile che chi ha tradotto la frase abbia usato il traduttore di Google secondo cui "pecorino" in inglese non resta "pecorino" - o peggio, "alla pecorina" - (come spaghetti o pizza, per intenderci), ma diventa "doggy" (cane). Certo stupisce che un tale strafalcione sia stato pubblicato proprio dal Ministero dell'Istruzione.
Vai al link e leggi "l'orrore", prima che lo cambino... CLICCA QUI (ma se dovessero toglierlo, prima che possiate leggerlo, ci metto un'immagine)
5) ICI E CHIESA - il "matrimonio" si farà? Ici e immobili della Chiesa: il Governo riscriverà le regole. Se ne parlava su NNC già il 6 dicembre 2011 nel post Monti e le genuflessioni fiscali

Grazie di cuore!
Luca

venerdì 3 febbraio 2012

Wikileaks dove si trasferirà?

Sealand, il regno d'acciaio dove potrebbero finire i server di Wikileaks

I sostenitori  finanziari del sito di Assange hanno messo gli occhi sulla piattaforma che si trova di fronte alle coste britanniche.

(Articolo di Fabio Pozzo del 2 febbraio su LA STAMPA)

La storia di Sealand è veramente una storia d'altri tempi. 
La storia di Wikileaks è una storia attuale che può fare la differenza per il futuro di tutti noi... 
Messe insieme, sembra la trama di un romanzo affascinante.
Staremo a vedere!


SEALAND su Wikipedia
WIKILEAKS su Wikipedia


Grazie di cuore!
Luca

venerdì 27 gennaio 2012

LIBERALIZZAZ(z)IONI...

Sulla liberalizzazione dei costumi, l'Italia non ha avuto bisogno né di referendum popolari e né di governi tecnici. Tutto è filato via liscio, senza quasi neanche accorgersene!
Sulle liberalizzaz(z)ioni in settori come la politica sociale o l'economica, se ne può parlare...
Non mi piace questa storia delle liberalizzaz(z)ioni e lo scrivo su NNC così da averne testimonianza. E lo scrivo pure con una "z" in più in quanto per me è un errore!
Dal mio punto di vista in Italia non siamo ancora pronti per un cambiamento di questo genere che, prima di essere economico, dovrebbe essere culturale.
Credo che il buon Monti e la sua squadra abbiano capito una cosa molto importante: come incassare 18 miliardi di Euro facendo passare la manovra economica (tant'è!) come una rivoluzione epocale, come un processo di svecchiamento del paese. Saranno solo più persone, più aziende (con la chimera di un posto di lavoro "più facile" da trovare) da spremere e da  indirizzare verso le banche (categoria che non ha bisogno di essere liberalizzato). 


Il territorio consegnato alle multinazionali
"Il decreto sulle liberalizzazioni proposto dal governo contiene un articolo 22 che affida il territorio nazionale  e il mare attorno  alle multinazionali del petrolio e del gas. Esse potranno fare le ricerche che ritengono necessarie e sfruttare i giacimenti ritrovati per un numero di anni indefinito (20+5+5+ ecc.) salvo poi, una volta esaurito il luogo, rimettere ordinatamente tutto a posto. Come dubitarne? È tutto scritto con precisione". 
LEGGI TUTTO...


Decreto Liberalizzazioni, Clamoroso: art. 44, arrivano le carceri private
Carceri affidate ai privati, con obbligo di partecipazione delle banche. Ecco cosa si nasconde nell'art. 44. La mafia ringrazia: finalmente potranno gestirsi le carceri da soli.
Mentre eravamo tutti intenti a preoccuparci di tassisti, crociere e forconi, guarda guarda cosa ti infilano nel decreto "liberalizzazioni" i nostri amici seduti al governo. Una ventina di righe all'articolo 44, mica niente di che, che ancora nessuno ha letto e di cui nessun giornale ha fatto ancora parola. 
Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggidì.

LEGGI TUTTO...


Questo solo per parlare di alcune cosette che, chiamandole liberalizzazioni, si vuol far passare inosservato.
Ma Monti non è Berlusconi e allora gli si può concedere qualche lusso! O no? Tanto lui è senatore a vita...


Grazie di cuore!
Luca

martedì 24 gennaio 2012

Perché si discute sull'articolo 18?

Non sento parlare che di Art. 18 negli ultimi tempi e il Presidente del Consiglio Monti ha preso questo argomento di petto (o di "doppio petto"!).
Il compassato Mario sembra molto determinato su quello che vuole e questo sembra un nodo centrale della sua attività (insieme alle liberalizzazioni).
Su NNC un articolo de LA STAMPA per capirci qualcosa in più.


Il presidente del Consiglio, Mario Monti, a proposito dell’articolo 18, ha detto ieri di essere «contrario ai tabù, da parte di entrambi gli schieramenti. Deve esserci una trattativa aperta, senza contrapposizioni ideologiche». Cos’è l’articolo 18?
Il riferimento è all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori del 1970. Prevede che nelle aziende con più di 15 dipendenti chi venga licenziato senza «giusta causa» abbia diritto al reintegro e non solo a un’indennità economica. L’articolo 18, è bene ricordarlo, non disciplina di per sé il licenziamento senza «giusta causa» dal quale i lavoratori a tempo indeterminato sono invece tutelati in base alla legge 604 del 1966 sui licenziamenti individuali. Il deterrente, per le aziende, non è il risarcimento economico ma l’obbligo al reintegro.

Perché Monti parla di tabù?
Attorno all’articolo 18 si sono scatenate in passato aspre battaglie politiche. Quando il governo Berlusconi tentò di abolirlo dieci anni fa, d’accordo con il presidente di Confindustria Antonio D’Amato, la Cgil guidata da Sergio Cofferati portò in piazza due milioni di persone. Il progetto, che era diventata una delle bandiere del secondo esecutivo guidato dal Cavaliere, fu abbandonato. Oggi se n’è tornato a parlare dopo un’intervista del ministro del Lavoro, Elsa Fornero al Corriere della Sera che lo ha definito nuovamente un «totem» da abbattere.



Perché si torna periodicamente a parlare dell’argomento?
Negli ultimi quindici anni, dopo le alcune leggi hanno facilitato il ricorso ai contratti atipici, la flessibilità si è trasformata molto spesso in precarietà, in Italia. È vero che abbiamo assistito a una vera e propria «primavera occupazionale» - il milione di posti di lavoro che Berlusconi promise nel 2001 è nato davvero, ma grazie a leggi precedenti come la Treu del 1997 - ma per aggirare l’impossibilità a licenziare dovuta all’articolo 18, le imprese hanno spesso abusato dei contratti atipici. Oggi esistono oltre 40 tipologie di contratto atipico: un delirio. Il che vuol dire anche che durante la crisi la stragrande maggioranza delle persone mandate casa dalle aziende sono i precari e dunque i giovani, come segnala l’Istat.

L’articolo 18 va abolito?
Ormai ci sono molte proposte in giro che cercano di mediare tra le esigenze delle aziende e l’enorme, insostenibile peso che grava sulle nuove generazioni precarizzate e la sensibilità di chi, come i sindacati, continua a sostenere che l’articolo 18 non si debba toccare. Una di queste è la proposta è quella che viene definita del «contratto unico».

Cos’è il «contratto unico»?
È stato inventato dieci anni fa da due economisti, Tito Boeri e Pietro Garibaldi e ripreso, con alcune modifiche, dal giuslavorista e senatore Pd Pietro Ichino. Nel frattempo ci sono una mezza dozzina di proposte di legge che giacciono in Parlamento e ruotano attorno alla stessa idea. Il contratto unico è un contratto a tempo indeterminato ma con tutele crescenti. O, detto all’inverso, è un contratto che estende l’attuale periodo di prova previsto per tutti i contratti a tempo indeterminato da tre mesi a tre anni.

Cosa prevede il contratto unico a proposito dell’articolo 18? Lo abolisce?
No. Per chi firma un contratto unico l’articolo 18 viene sospeso per i primi tre anni nel caso della proposta Boeri/Garibaldi; nel progetto firmato da Ichino, più radicale, il diritto al reintegro viene riconosciuto solo dopo vent’anni. In questo caso, l’articolo 18 è quasi annullato.

Il Governo introdurrà il contratto unico? Nel caso, quale?
Elsa Fornero ha sempre ammesso che punta a una soluzione del genere per mettere ordine nella giungla dei contratti atipici e per aiutare i giovani a riconquistare una prospettiva per il futuro. Nelle indiscrezioni delle scorse settimane si parla della possibilità che il governo Monti metta a punto una proposta che ricalchi l’ipotesi più «soft», quella targata Boeri/Garibaldi. Dai 48 contratti attuali si scenderebbe a 4 o 5.

Qual è la posizione dei sindacati sul contratto unico?
Sono contrari. Negli anni scorsi resta agli atti un solo coraggioso tentativo dell’ex segretario confederale, Nicoletta Rocchi, di aprire il dibattito nella Cgil sul contratto unico. Un dibattito cui ha risposto positivamente una fetta minoritaria del sindacato ma che è finito su un binario morto. Ed è sufficiente citare Susanna Camusso, la leader del sindacato di Corso d’Italia, che in vista del tavolo con il governo sulla riforma del mercato del lavoro che si apre oggi ha detto che «ci piacerebbe discutere con qualcuno che lo conosca per averlo frequentato ogni tanto» per capire che la strada per il governo è tutta in salita.



TONIA MASTROBUONI
(FONTE: LA STAMPA DEL 23 GEN 2012)




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Grazie di cuore!
Luca



venerdì 20 gennaio 2012

Riforma del lavoro, in Germania la scuola è l’azienda

Mi chiedo da sempre cosa posso imparare dagli altri, cosa posso portare nella mia vita che valga la pena di essere preso in prestito, mi guardo intorno per scovare ogni possibilità e cerco di condividerla con chi ne ha voglia. Ecco perché oggi su NNC pubblico questo post che spiega come la Germania sia un passo avanti sulla formazione scolastica e di conseguenza sullo sviluppo sociale...

È una delle cose di cui la Germania va più fiera. Il sistema che regolamenta l’avvio professionale attraverso la pratica dell’apprendistato è vecchio e collaudato tanto quanto la Repubblica federale stessa e risale infatti al 1949.
L’apprendistato (Ausbildung) si rivolge in primo luogo ai giovani in possesso solo di un diploma di scuola media (Hauptschule) o media superiore (Realschule) e non di un diploma di maturità (liceo): nel 2009 erano 1,7 milioni di studenti.
La stragrande maggioranza di loro, ovvero il 93%, al termine della scuola iniziano un apprendistato la cui durata varia dai due ai tre anni e che si suddivide in 348 categorie professionali riconosciute dallo Stato, dal fornaio al parrucchiere, fino all’agente assicurativo o immobiliare, al perito meccanico o informatico.
Perno del sistema tedesco è l’educazione duale, che prevede unaparte teorica garantita da istituti professionali statali e una parte pratica conseguibile invece all’interno di imprese private riconosciute dallo Stato. Questo significa che gli studenti fin dalla prima settimana del loro apprendistato trascorrono parte del loro tempo sia a scuola (tre giorni la settimana) sia nell’azienda (due giorni) dove hanno un posto da apprendista.
Condizione per frequentare un corso all’interno di un istituto professionale è quella di trovare un posto da apprendista all’interno di una ditta, di un’officina o di un negozio. Lo studente però percepisce lo stipendio da apprendista unicamente dal datore di lavoroprivato e questo varia a seconda della professione. Un apprendista parrucchiere ottiene dai 369 ai 492 euro, un meccanico dai 391 ai 540, un commesso dai 537 ai 673, un operaio edile e falegname fino a 972, un agente assicurativo fino a 916 euro.
Quanto il sistema duale dell’apprendistato si sia confermato nella pratica lo dimostrano le cifre. Il 49% degli apprendisti, al termine della loro formazione, hanno trovato un posto di lavoro fisso e a contratto presso l’esercizio dove hanno prestato il servizio e dove concretamente hanno imparato il mestiere. Un altro 13% svolge comunque il mestiere che ha imparato negli anni dell’apprendistato.
Circa il 9% dei giovani, invece, al termine del loro apprendistato hannoproseguito la carriera formativa iscrivendosi a una facoltà universitaria e sfruttando a questo modo uno dei vantaggi garantiti dal sistema tedesco: quello cioè che permette ai giovani sprovvisti di diploma di maturità di iscriversi comunque a un ateneo se prima hanno conseguito un apprendistato. E non è trascurabile il fatto che personalità come Helmut KohlGerhard Schröder (ex cancellieri) o Guido Westerwelle (ministro degli Esteri) abbiano fatto un apprendistato.
Walter Rauhe
(fonte: Panorama del 18 gen 2012)



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Luca

mercoledì 11 gennaio 2012

CRESCERE BAMBINI CORAGGIOSI

Cercando di essere pro-attivi guardando al nostro futuro e alle generazioni che lo creeranno, credo che la paura chiave sia CORAGGIO. Per ottenere delle persone coraggiose si deve partire dai genitori che crescono le future donne e uomini (senza dimenticare gli insegnanti, i formatori, gli educatori, gli allenatori, etc.) e il post di oggi (LA 27a ORA) offre degli spunti utili a cui far riferimento.
Secondo Lenore Skenazy il vero danno che oggi i genitori possono fare ai loro figli è essere troppo apprensivi. Soffocarli con attenzioni e premure che non li rendono indipendenti e che intaccano la loro autostima.
Certo, non che la signora in questione sulla carta sia referenziatissima. Come ha spiegato qualche giorno fa nel suo post anche Maria Volpe, nel 2008, dopo aver fatto viaggiare da solo suo figlio di nove anni nella metropolitana di New York è stata definita la «peggior mamma d’America».
Eppure da allora, sono in molti ad essersi convertiti alla sua teoria, tanto che oggi è anche titolare di un programma tv in onda da sabato (alle 12.40) su Real Time (digitale, canale 31 e Sky, canali 124 e 125): Mamme che amano troppo.
Da lì, come dal suo sito, la Skenazy cerca di far capire che per i bimbi è indispensabile fare esperienze e che per questo vanno incoraggiati a uscire dall’ambiente iperprotettivo della famiglia.
Il risultato del troppo amore si tradurrebbe inevitabilmente in futuri adulti immaturi, incapaci di prendere decisioni e di essere autonomi. Errori fatti certo in buona fede da parte dei genitori, ma che non per questo meno gravi.
Come quelli che nella prima puntata del programma si vedono fare alla mamma di un bimbo di 10 anni che non può usare coltello e forchetta per il «pericolo» di ferirsi, non può andare in bicicletta per il «pericolo» di cadere e non può nemmeno farsi il bagnetto da solo perché «altrimenti non si laverebbe bene».
Ma pur comprendo la validità di certi insegnamenti viene il dubbio che non sempre per una mamma sia facile distinguere quando è il momento di fare un passo indietro.
Quando per aiutare il proprio bambino è meglio «non» fare qualcosa. Lo si capisce definitivamente assistendo al pianto addolorato della mamma piena di premure di quel bambino di 10 anni, che alla domanda sul perché delle sue azioni riesce solo a rispondere:
«Perché vorrei che restasse il mio piccolino ancora per un po’».
Capita anche a voi? É possibile per una mamma realizzare che le troppe attenzioni non aiutano i figli? E quale è il limite?
Chiara Maffioletti
Grazie di cuore!
Luca

martedì 10 gennaio 2012

L'omelia via Twitter, 140 battute per parlare a un pubblico immenso

"Fai quello che il prete dice e non fare quello che il prete fa...Per anni siamo andati avanti con questo adagio che a mio avviso non si regge in nessun modo! Necessario è, invece, dare l'esempio.
Il cardinale Ravasi ha avuto l'idea di usare TWITTER per parlare alla gente e allora mi viene da pensare che non conta il mezzo, ma conta di più l'intenzione.
Ecco l'articolo della sua iniziativa scritto da Armando Torno.


Tutti hanno avuto qualcosa da dire sulle prediche o meglio sulle omelie tenute durante le sacre funzioni. I fedeli si sono sovente lagnati per la lunghezza; non pochi esponenti della gerarchia ecclesiastica, di contro, hanno recentemente espresso preoccupazioni per il tono dimesso, gli errori proferiti e, purtroppo, per l'inconsistenza degli argomenti evocati. Le prediche lunghe stancano, certe altre possono favorire interpretazioni labili delle Scritture. Tanto più che sempre meno sacerdoti conoscono le lingue originali della Bibbia.


Il cardinale Gianfranco Ravasi, ministro vaticano della Cultura, l'ha pensata bella rilanciando la sfida di un vescovo francese, Hervé Giraud: far circolare le omelie attraverso Twitter. Certo, sono 140 battute, ma il pubblico a cui giunge il messaggio è vastissimo e il contenuto è possibile certificarlo. Non c'è la voce che tuona dal pulpito, ma poche parole facili da leggere che ricordano a tutti momenti e messaggi della fede cattolica.
Un tempo la predica si trasformava sovente in cultura. Per fare un esempio tra i molti possibili, basterà citare Giordano da Pisa che, al tempo di Dante, richiamava in Santa Maria Novella mezza Firenze: oggi i suoi vocaboli sono preziosi riferimenti nei dizionari della lingua italiana. Di oratori sacri è piena la nostra letteratura e anche padre Cristoforo - personaggio chiave de I promessi sposi di Manzoni - era un predicatore (venne mandato a piedi a raggiungere i pulpiti di Rimini). Oggi le parole delle omelie, o anche delle meditazioni per il giorno di festa, si perdono. In televisione il cardinale Ravasi ha un vasto seguito, così come altri predicatori (anche non cattolici) lo hanno trovato, magari grazie alle radio, ma questa via di Twitter va incontro a un pubblico completamente diverso.
Non stupiamoci: sono giovani o anche ragazzi. Per diverse ragioni, molti di loro non hanno mai ascoltato una predica. Twitter li informerà per la prima volta. Con 140 battute. Ma per colpire una sensibilità possono bastare.
Armando Torno(fonte: OPINIONI - Corriere della Sera del 9 gen 2012)Grazie di cuore!Luca

giovedì 29 dicembre 2011

Corriere della Sera. Dacia Maraini in difesa della Riserva Naturale del Borsacchio

"Borsacchio è il nome di un torrente esistente nel comune di Roseto degli Abruzzi che scorre su aree ancora relativamente naturali, tali da aver portato la Regione Abruzzo, nel 2005, ad individuarvi una Riserva Naturale. Ma su questi luoghi dagli anni '70 si pone il dilemma, tra conservazione e sviluppo, su come salvaguardare e utilizzare questo lembo di costa adriatica ancora salvo dall'edificazione selvaggia".


Nel blog Borsacchio & Co., dell'amico Fabio Vallarola, spende parole per la difesa di questo tratto di costa anche Dacia Maraini... dal Corriere della Sera.


Ecco il link http://borsacchio.blogspot.com/2011/12/corriere-della-sera-dacia-maraini-in.html


DACIA MARAINI home


Grazie di cuore!
Luca

martedì 20 dicembre 2011

Ripartono i concorsi per la scuola pubblica

Roma - Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha dichiarato che nel 2012 verranno riaperti i concorsi per le scuole pubbliche.

"Dobbiamo farlo al più presto. Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici, e questo è senz'altro un tema su cui bisogna lavorare" continua Profumo.

Con l'anno nuovo verrà varato un maxiconcorso in cui potrebbero essere interessate 300 mila persone.

(fonte: LA VOCE del 20 dicembre 2011)


Credo non sia una battuta.
Ma se da una parte si allunga l'età pensionabile, come si fa dall'altra ad aprire a nuovi posti di lavoro? 
Spero non siano solo operazioni di propaganda.
Se il precedente Ministro Gelmini non ha lasciato il... profumo, mi auguro che l'attuale non lasci la puzza!!!


Grazie di cuore!
Luca

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"From the pain come the dream - From the dream come the vision - From the vision come the people - From the people come the power - From this power come the change" Peter Gabriel - Fourteen Black Paintings


"I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l'uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza" Albert Einstein. (riguardo le accuse a Bertrand Russell; citato in Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impenitente, 2008)

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