D´altra parte, la cultura dell´innovazione é stata sempre fatta da chi ha avuto un´idea cosí "pazza" da voler cambiare qualcosa che non andava o non piaceva, o da chi ha immaginato cose migliori di quelle vissute fino a quel momento.
Stiamo spesso a parlare e a scrivere di storie di qualcun'altro quando il tema é quello del coraggio e
oggi pongo l´attenzione su due riflessioni che uniscono d´incanto New York e Roseto in un attimo di contrapposto sussulto culturale femminile: da quella parte Jill Abramson e da quest´altra Teresa Ginoble.
Jill Abramson firma d'inchiesta, vicedirettore e artefice dell'edizione online: «Giornalismo lavoro da sogno»
MILANO - Una donna sale per la prima volta alla direzione del New York Times, uno dei più blasonati e diffusi quotidiani americani, 160 anni di storia alle spalle. Lei è Jill Abramson, 57 anni e 2 figli, già firma del giornalismo d'inchiesta, succede a Bill Keller che lascia per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Anche e soprattutto alla neo direttrice, che prenderà servizio ilo 6 settembre, si deve la costruzione della seguitissima edizione online del giornale, la cui consultazione da alcune settimane è in parte a pagamento.
L'ANNUNCIO - La successione è stata annunciata giovedi dall'editore del giornale, Arthur Sulzberger Junior, Abramson che della vita nei giornali ha sempre parlato come di «un lavoro da sogno» ha iniziato a lavorare nel 1997 per il New York Times che l'ha strappata al Wall Street Journal per il quale svolgeva giornalismo investigativo. Prima di diventare uno dei due vice di Keller, l'altro è John Geddes, è stata corrispondente da Washington. La nomina di Abramson rappresenta tra l'altro una rottura anche con la tradizione che vede i direttori del giornale provenire dalle redazioni estere. A sostituirla sarà Dean Baquet, 54 anni, attuale corrispondente dalla capitale ed ex direttore del Los Angeles Times.Paola Pica
Per tornare in Europa e capire la questione PD Roseto é utile leggere questo commento tratto dal profilo fb (di Pasquale Avolio) e postato da Pierantonio Di Remigio a proposito del post Roseto, scontro tra Ginoble e Verrocchio: segreteria Pd affidata ai giovani
Le vere due cause sono la pessima amministrazione Di Bonaventura e il familismo ginobliano. Copio e incollo l'analisi di Betty Luna. "ll disastro del Partito Democratico di Roseto"
Ecco in rapida rassegna i responsabili della catastrofe rosetana.1)Tommaso Ginoble, colui che ha tratto dalla politica il massimo vantaggio. E',secondo molti, il prototipo del familismo tipico della vecchia DC, però non quello descritto da Banfield che si riferiva ai contadini,al loro stato di precarietà e alla loro paura del domani. Ha voluto imporre la sorella quale candidato sindaco anche a costo di creare una frattura nel partito.La sua linea politica dell'autosufficienza e della chiusura agli altri partiti del centrosinistra è risultata mortale per lui e per il PD.
2) Silvio Paulucci, segretario regionale prono a Ginoble. Piccolo Maurizio Lupi nostrano, restio nel comprendere e ostacolare la distruttiva linea politica dell'onorevole;
3)Di Bonaventura Franco, oltre ad essere un modello perfetto del berlusconismo travestito di sinistra, ha guidato una giunta fallimentare che ha disatteso il programma scritto nel 2006. Il suo Piano Regolatore si è rivelato in campagna elettorale un atto di autolesionismo. E' stato il primo dei 40 firmatari, fedeli a Ginoble, della designazione di Teresa a candidata sindaco;
4)Teresa Ginoble, che avrebbe dovuto riconoscere con onestà che la sua candidatura era improponibile per il mancato rispetto della democrazia interna;
5) Enzo Frattari, assessore amico del cemento e delle varianti generose, nemico del territorio e della Riserva del Borsacchio. Egli ha imposto ritmi serrati al Consiglio comunale,all'Ufficio Politico del Piano e alla Commissione Urbanistica pur di arrivare all'adozione del Piano Regolatore in tempo utile per la campagna elettorale;
6) Salvatore Celestino, segretario cittadino del PD, che ha assecondato Ginoble e ha proseguito nella pervicace opera di isolamento del PD;capogruppo consiliare del PD, ha avallato tutte le scelte del suo superiore;un segretario debole e inutile;
7)i 12 consiglieri comunali del PD, docili nelle mani del Sindaco e di Ginoble, sono esistiti solo come mere entità numeriche; da parte loro non è mai venuto un moto di dignità e di rispetto verso se stessi;
8) il Presidente del Consiglio Domenico Rega anch'egli appartenente alla corte ginobliana. Ha privato di qualsiasi dignità il consiglio comunale. Passa alla storia come colui che ha eseguito incondizionatamente e la volontà dei padroni;
9) i quattro dirigenti e il Segretario comunale che hanno avallato tutte le scelte amministrative della Giunta Di Bonaventura esprimendo pareri favorevoli anche su provvedimenti discutibili.
10) il Consiglio direttivo del Partito Democratico di Roseto, composto per lo più da ignavi, incapaci di guardare un po' lontano e sostenere una linea politica diversa e coraggiosa. I sussulti critici negli ultimi due mesi ,da parte di alcuni dissidenti di sinistra del PD, si sono rivelati velleitari;
11)i saggi Nardinocchi, Stelvio Lulli, Maria Pia Di Nicola e Enzo Di Sangro, che si sono dimostrati incauti e malaccorti. I loro interventi sono stati sempre insulsi e aderenti al pensiero disgraziato di Ginoble.
Sarebbe ora che togliessero il disturbo, soprattutto i primi due, arroganti e senza idee;
12) tutto lo stuolo numeroso dei serventi,delle donne di servizio, dei garzoni e dei leccapiedi del duo Ginoble -Di Bonaventura.
Betty Luna Di Sante
Ecco in rapida rassegna i responsabili della catastrofe rosetana.1)Tommaso Ginoble, colui che ha tratto dalla politica il massimo vantaggio. E',secondo molti, il prototipo del familismo tipico della vecchia DC, però non quello descritto da Banfield che si riferiva ai contadini,al loro stato di precarietà e alla loro paura del domani. Ha voluto imporre la sorella quale candidato sindaco anche a costo di creare una frattura nel partito.La sua linea politica dell'autosufficienza e della chiusura agli altri partiti del centrosinistra è risultata mortale per lui e per il PD.
2) Silvio Paulucci, segretario regionale prono a Ginoble. Piccolo Maurizio Lupi nostrano, restio nel comprendere e ostacolare la distruttiva linea politica dell'onorevole;
3)Di Bonaventura Franco, oltre ad essere un modello perfetto del berlusconismo travestito di sinistra, ha guidato una giunta fallimentare che ha disatteso il programma scritto nel 2006. Il suo Piano Regolatore si è rivelato in campagna elettorale un atto di autolesionismo. E' stato il primo dei 40 firmatari, fedeli a Ginoble, della designazione di Teresa a candidata sindaco;
4)Teresa Ginoble, che avrebbe dovuto riconoscere con onestà che la sua candidatura era improponibile per il mancato rispetto della democrazia interna;
5) Enzo Frattari, assessore amico del cemento e delle varianti generose, nemico del territorio e della Riserva del Borsacchio. Egli ha imposto ritmi serrati al Consiglio comunale,all'Ufficio Politico del Piano e alla Commissione Urbanistica pur di arrivare all'adozione del Piano Regolatore in tempo utile per la campagna elettorale;
6) Salvatore Celestino, segretario cittadino del PD, che ha assecondato Ginoble e ha proseguito nella pervicace opera di isolamento del PD;capogruppo consiliare del PD, ha avallato tutte le scelte del suo superiore;un segretario debole e inutile;
7)i 12 consiglieri comunali del PD, docili nelle mani del Sindaco e di Ginoble, sono esistiti solo come mere entità numeriche; da parte loro non è mai venuto un moto di dignità e di rispetto verso se stessi;
8) il Presidente del Consiglio Domenico Rega anch'egli appartenente alla corte ginobliana. Ha privato di qualsiasi dignità il consiglio comunale. Passa alla storia come colui che ha eseguito incondizionatamente e la volontà dei padroni;
9) i quattro dirigenti e il Segretario comunale che hanno avallato tutte le scelte amministrative della Giunta Di Bonaventura esprimendo pareri favorevoli anche su provvedimenti discutibili.
10) il Consiglio direttivo del Partito Democratico di Roseto, composto per lo più da ignavi, incapaci di guardare un po' lontano e sostenere una linea politica diversa e coraggiosa. I sussulti critici negli ultimi due mesi ,da parte di alcuni dissidenti di sinistra del PD, si sono rivelati velleitari;
11)i saggi Nardinocchi, Stelvio Lulli, Maria Pia Di Nicola e Enzo Di Sangro, che si sono dimostrati incauti e malaccorti. I loro interventi sono stati sempre insulsi e aderenti al pensiero disgraziato di Ginoble.
Sarebbe ora che togliessero il disturbo, soprattutto i primi due, arroganti e senza idee;
12) tutto lo stuolo numeroso dei serventi,delle donne di servizio, dei garzoni e dei leccapiedi del duo Ginoble -Di Bonaventura.
Betty Luna Di Sante
Il coraggio non si acquista al negozio ma é una qualitá che si allena.
NNC augura buona fortuna al PD rosetano e provinciale in quanto avere persone coraggiose, organizzate, con idee e impegnate in politica (fin qui, quella proposta a Roseto non é stata politica!) aiuta tutta la collettivitá nel rafforzare lo scambio di idee e ad ampliare gli orizzonti di ognuno.
Coraggio non vuol dire strillare e caricare l´avversario, vuol dire invece avere la profonda e intima convinzione di riprovare, facendo cose diverse, subito dopo la sconfitta...
Grazie di cuore!
Luca
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