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giovedì 16 giugno 2011

Dobbiamo essere più esigenti con noi stessi e con gli altri (F. Alberoni)

Dice Alberoni che dobbiamo essere piú esigenti con noi stessi e con gli altri. Sono d´accordo. Ma come mai, allora, un appello del genere?
Questo, piú che un appello, dovrebbe essere uno stile di vita. Dovremmo essere portati naturalmente ad essere esigenti con noi stessi e con gli altri, e in un certo senso capita cosí.
E allora, qual é il senso?
Il senso é che siamo portati ad essere esigenti con le cose vane, con le cose inutili, con le cose futili come le auto all´ultimo grido, l´abbigliamento cool e l´orologio coronato, altrimenti il tempo non é piú quel dono regale che ci appartiene e di cui andare fieri...
Il problema non é che siamo poco esigenti, ma che lo siamo con le cose importanti! Abbiamo spostato l´interesse su cose che producono effetti effimeri su noi stessi e sugli altri, fini a se stessi (quindi inutili).
Dobbiamo e possiamo essere piú esigenti con noi stessi e con gli altri concentrandoci sui valori fondamentali dell´essere umano che creano le fondamenta della nosta vita, su qualcosa in cui crediamo e su cui concentrare la nostra vita, che arrichisca la nostra esistenza personale e la vita di chi ci circonda.


Grazie di cuore!
Luca


Secondo Sigmund Freud la psiche umana è formata da tre istanze. La prima è l'Es, il mondo degli istinti, delle pulsioni, dei desideri senza forma che ci porta ad agire secondo il principio del piacere immediato senza pensare agli effetti della nostra azione. La seconda è il Super Io, l’insieme degli obblighi, delle proibizioni, dei tabù tradizionali impressi nella nostra mente dai genitori quando siamo bambini. La terza istanza è l’Io che riflette le conseguenze delle sue azioni, rinuncia al piacere immediato per quello differito, trasforma gli impulsi in desideri ragionevoli. Freud immaginava che nel futuro l’Io avrebbe preso la guida tanto dell’Es che del Super Io. In realtà le cose sono andate in modo diverso. Negli anni Sessanta e Settanta i figli si sono ribellati ai genitori, in particolare ai padri e si è affermata una pedagogia che proibisce di dare ordini e punizioni. Ci sono state poi continue innovazioni tecnologiche che hanno aumentato le possibilità di scelta dell’individuo. Pensiamo a comunicare senza alcun limite e senza controllo. L’Io si è sentito libero e onnipotente. Nel frattempo la nostra società è diventata multiculturale e non c’è più un unico sistema di principi etici valido per tutti. Questo ha prodotto un indebolimento del Super Io, mentre l’Io conosce i principi morali tradizionali, ma non si sente più obbligato a metterli in pratica. Fa quello che gli pare ed è tollerante con coloro che trasgrediscono. Spesso perciò prevale l’Es, l’impulso immediato. Che si manifesta nella sessualità violenta e nella pornografia, nell’uso delle droghe, nei rave party, nelle movide sfrenate, nell’ossessione del gioco, nella brutalità della lotta politica, nella corruzione diffusa, nella bramosia di denaro e di potere. Per porvi freno si chiede l’intervento della legge, ma chi la fa e chi la applica soffrono dello stesso male. È una malattia dell’individuo e del corpo sociale che può essere corretta solo se ce ne facciamo carico tutti. Non basta invitare i genitori ad insegnare di nuovo ai figli cosa è bene e cosa è male, prima dobbiamo incominciare a farlo noi. Dobbiamo impegnarci a mettere in pratica i principi etici che affermiamo. Dobbiamo riscoprire l’autocontrollo, non cedere alla lusinga del denaro e del successo facile, non considerarci buoni perché siamo comprensivi e tolleranti. Dobbiamo essere esigenti con noi stessi e pretendere che tutti facciano lo stesso.

Francesco Alberoni
(fonte: Corriere della Sera del 13 giugno 2011)


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