Nel corso della storia i partiti, le chiese, i sindacati, sono tutti nati da movimenti collettivi che creano solidarietà, ideali e una leadership carismatica.
Il movimento poi diventa istituzione dandosi delle regole. In Italia il movimento di liberazione nazionale dopo la vittoria sul fascismo ha prodotto una repubblica parlamentare che affida ogni decisione al Parlamento. Essa, in realtà, sociologicamente dovrebbe essere chiamata partitico — parlamentare perché sono i partiti che propongono le leggi e le votano. Un sistema funziona solo se ci sono partiti forti. Nel periodo 1989-93 i partiti di governo sono stati spazzati via dalla bufera giudiziaria, ma la struttura non è cambiata perché al loro posto sono subito sorti tre movimenti collettivi che poi sono diventati altrettanti partiti guidati dai loro leader carismatici: Bossi, Di Pietro e Berlusconi. Ma i tempi stanno cambiando. Localmente, in Tv e in Internet emergono nuovi leader.
Pensiamo a Vendola, a Santoro, alle presenze mediatiche di Fini, a Grillo in Internet. I cittadini cercano dei politici che vivono in mezzo a loro, che conoscono i loro problemi, che agiscono in modo efficiente e corretto. Tutto questo, unito alla regionalizzazione, fa emergere dal basso una nuova classe politica che i partiti, per ora con l’eccezione della Lega, fanno sempre più fatica a controllare. Cosa succederà se i partiti si indeboliscono ulteriormente? Il parlamento si frantumerà in gruppi così deboli da non riuscire più a prendere decisioni importanti. Potrebbe avvenire una crisi della repubblica partitico-parlamentare.
Certo, è solo un’ipotesi, ma non è irragionevole e, se fosse vera, che cosa succederebbe in seguito? Vi sono solo due alternative. La prima è che, dopo una fase di disordine, arrivi un’altra ondata di movimenti da cui emergono nuovi partiti con nuovi leader carismatici. Ma è poco probabile che si formino grandi movimenti e grandi partiti.
La seconda alternativa è che l’attuale classe politica riesca a creare delle istituzioni elettive capaci di prendere decisioni al posto dei partiti. Esistono diverse formule per realizzarlo. Il cancellierato, la repubblica presidenziale e altre ben note ai costituzionalisti. Io mi limito a ricordarvi l’esempio degli Stati Uniti dove i partiti competono per eleggere il presidente ma poi è lui che prende le decisioni di fondo. Se la repubblica partiticoè al tramonto sarà una di queste strade che, alla fine, seguiremo anche noi.
Francesco Alberoni
(fonte: Corriere della Sera del 03 maggio 2010)
si vede che leggi solo il corriere della sera se leggessi altro saresti piu' informato. Giovanni Tupitti
RispondiEliminaGrazie Giovanni per aver lasciato il tuo commento; saresti anche così gentile da suggerire qualche altra lettura dopo aver delicatamente sottolineato che sono poco informato? Mi indicheresti precisamente anche a quale articolo ti riferisci?
RispondiEliminaTe ne sarei grato.
Grazie di cuore!
Luca