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giovedì 13 maggio 2010

Dave & Nick scelta pragmatica (di Beppe Severgnini)

"God save the Queen" (...and the English people, first of all!).
Cosa ne viene fuori e cosa possiamo imparare noi italiani da questo "new deal" (nuovo accordo) che ridisegna la "tradizionale" politica d'oltre manica?
Credo che la cosa pubblica si governi così: puntando sull'innovazione, sulla condivisione, sull'apertura e sulla collaborazione senza ricorrere a teorie di pensiero vecchie e rigide che non stanno più in piedi; senza prese di posizione chiuse e interessate; senza scelte essenzialmente di facciata e paralizzanti per l'economia, per il sociale, per il futuro e per la speranza di un popolo e di una nazione. Insomma dall'Inghilterra arriva questo messaggio: la società cambia, l'economia cambia, il mondo cambia, le richieste del popolo cambiano, tutto cambia... e allora perchè non il "manico" del Governo?

Mi sembra proprio una bella lezione di coraggio, per un futuro che si prevede più al passo con i tempi (vista la giovane età del nuovo PM e del suo vice, ma non solo per questo) rispetto a molti altri Paesi europei (arrivando fino in Italia e passando per la Grecia)...
Ma siamo proprio sicuri che noi, in Italia, siamo senza... TINA?
Vi lascio all'articolo di Beppe Severgnini che ci illumina con la sua consueta intelligente ironia



Grazie di cuore!
Luca

Certo: meglio una maggioranza netta e il governo di un solo partito. Ma poiché la maggioranza netta non c’è, e il governo di un partito è impossibile, a Londra si cambia: governo di coalizione tra i conservatori di David Cameron e i LibDem di Nick Clegg. La tradizione impone altre cose? Poco male: si cambia anche quella. Se l’esperimento dovesse funzionare—e potrebbe—gli inglesi ci spiegheranno che esiste una nuova tradizione. Rassegnazione? Compromesso? Opportunismo? Macché: buon senso. La spiegazione dell’esito elettorale britannico è più antropologica che politica. Molti avevano escluso, all’estero, la possibilità di una coalizione tra Tories e Liberal-Democrats. Li dividevano—li dividono ancora—l’atteggiamento verso l’Europa, l’immigrazione e la legge elettorale. Non avevano considerato, molti stranieri, il pragmatismo di un Paese di solidi principi. Il Regno Unito, alle prese con problemi di debito pubblico e autostima, non può permettersi chiacchiere o perdite di tempo. Ha bisogno di un governo. E questo, oggi, è l’unico possibile.

Nicholas William Peter Clegg e David William Donald Cameron, entrambi 43enni e fisicamente somiglianti, sono la nuova strana coppia della politica europea. Resisteranno? I precedenti storici — si legge — inducono al pessimismo: il «parlamento appeso» uscito dalle elezioni del febbraio 1974 produsse un governo effimero, durato pochi mesi. Ma il laburista Harold Wilson, allora, tentò di governare senza maggioranza (anche allora i liberali di Jeremy Thorpe erano la terza forza ma non entrarono in una coalizione). Oggi Cameron & Clegg la maggioranza ce l'hanno. Se avessero bisogno anche di un motto, può prestarglielo la baronessa Thatcher, che un giorno s’inventò TINA: There Is No Alternative. E quando non c’è alternativa che si fa? Semplice: si prende l'unica strada possibile. In questo caso l’ingresso dei liberaldemocratici nel governo. È certo che la politica verso l’Unione Europea sarà quella dei conservatori: niente euro, per nessun motivo. Ed è probabile che l’attuale sistema maggioritario, che tante difficoltà ha creato ai liberali per ottant’anni, verrà sottoposto a referendum. E confermato.

Tutto questo si vedrà. Per adesso si vede altro, ed è altrettanto interessante: lo spettacolo di un Paese dove le campagne elettorali non sono guerre civili verbali e i risultati vengono accettati con fair-play. E — ripeto — pragmatismo. Da parte degli elettori — consapevoli che un governo serve — e da parte degli eletti. Cameron sa di non aver ottenuto la maggioranza plebiscitaria che consentì a Thatcher e Blair di rivoluzionare il Paese. Clegg è consapevole di non aver sfondato. Il nuovo primo ministro—su Google, ieri sera —veniva dopo James Cameron (regista canadese) e Cameron Diaz (attrice californiana): ha molto da fare e da dimostrare. Il leader liberale deve convincere gli elettori di essere «not just a pretty face», non solo una bella faccia capace di sedurre in tv. Due leader col senso del limite: prestateceli.

Dietro di loro una nazione, quella britannica, che non disdegna le novità: anzi. Nel Regno Unito amano fingersi tradizionalisti quando sono, in effetti, anticonformisti. Non solo a Londra. Da Aberdeen a Bristol, da Cardiff a Dundee amano cambiare anche per il gusto di cambiare. È un gusto sano, legittimo e democratico. 10, Downing Street: uno esce, l'altro entra. Un balletto catartico. L’abitudine al comando tenta e corrompe—ogni riferimento alle Appaltopoli e Rogitopoli italiane è puramente voluto — e risciacquare periodicamente le stanze del potere fa bene a tutti. Quindi in bocca al lupo, Dave & Nick, ragazzi degli anni Sessanta. Di tutto ha bisogno l’Europa, oggi, meno che di un giovane fallimento.


Beppe Severgnini


(Corriere della Sera del 12 maggio 2010)

www.beppesevergnini.com

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