Giuseppe De Rita sostiene che la regionalizzazione favorisce l'emergere di leader politici locali in conflitto con i leader nazionali. È vero; però è solo il segno che l'intero sistema politico-statuale è a un tempo rigido e invecchiato e quindi possiamo aspettarci entro alcuni anni un considerevole cambiamento. Ma i grandi cambiamenti non avvengono mai attraverso accordi, riforme, decisioni razionali. Avvengono attraverso movimenti collettivi che maturano in modo sotterraneo ed esplodono inattesi. Solo essi sono in condizione di generare nuove formazioni politiche, essi soli fanno emergere nuovi leader carismatici. La scienza politica ufficiale storce la bocca davanti a queste mie affermazioni. Perche è fatta da studiosi troppo razionali per ammettere che la storia venga plasmata da sommovimenti emotivi. Ma i fatti non lasciano dubbi.
Lasciamo da parte il secolo scorso in cui i cambiamenti sono stati provocati da movimenti come nazionalismo, comunismo, fascismo, nazismo, maoismo, gollismo, solidarnosc, islamismo, khomeinismo, eccetera. Restiamo in Italia. Anche qui gli ultimi grandi cambiamenti politici sono avvenuti sotto la spinta di movimenti. La prima stagione di movimenti, il cosiddetto Sessantotto, si è svolta fra il 1968 e il 1977. Da esso sono usciti il potente sindacato unitario, la Triplice, Il Manifesto, diversi partitini fra cui Lotta continua, i gruppi terroristici Prima linea e Brigate rosse e la grande crescita del Pci con la leadership carismatica di Enrico Berlinguer. La seconda stagione di movimenti è avvenuta fra il 1989 e il 1994 con l'affermarsi della Lega nord sotto la leadership di Umberto Bossi, Mani pulite con la leadership di Antonio Di Pietro, infine Forza Italia con la leadership di Silvio Berlusconi. Tre movimenti che hanno generato altrettanti partiti che esistono tutt'ora e tutti e tre guidati dallo stesso capo carismatico di allora. Dopo non ci sono stati altri movimenti e i nuovi partiti comparsi sulla scena politica — tanto il Pd che il Pdl — sono nati da accordi.
Essendo in campagna elettorale non voglio fare né esempi né nomi. Parlando da sociologo in termini generali, però, posso dire che i nuovi movimenti appaiono sempre laddove nessuno li aspetta e portano sempre al potere persone che nessuno avrebbe mai preso in considerazione. Il movimento crea cambiamento proprio perché non segue il modo di pensare e le regole valide oggi. Molti che hanno accumulato un capitale politico sicuri di giocarlo nel prossimo futuro possono perciò avere delle amare delusioni.
(dal Corriere della Sera del 01 marzo 2010)
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