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giovedì 10 febbraio 2011

FORTUNA O SFORTUNA?

Una grande lezione da una grande tradizione, quella cinese, che rimette al centro l´uomo.
Rimettere al centro vuol dire che il "bello" o il "brutto" dipende da chi osserva.
In questo caso, “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo!”?
Ecco la storia:

C’era una volta in un lontano paesetto un povero contadino che traeva di che vivere da un campicello che lavorava assieme alla moglie e al figlio e con l’aiuto di un cavallo.
Un giorno il recinto venne lasciato inavvertitamente aperto e il cavallo fuggì.
I vicini, appresa la notizia, esclamarono: “Poveretto, che sfortuna, e adesso come farai a lavorare?”.
Il contadino rispose: “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo!”
I vicini restarono perplessi nel sentire quella strana risposta.
Dopo qualche settimana il cavallo che era scappato tornò portandosi dietro una mandria di cavalli selvaggi che furono rinchiusi nel recinto.
I vicini, vedendo tutti quei cavalli, esclamarono: “Che fortuna!”
E il contadino ancora una volta rispose: “Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo!”
I vicini restarono ancora più perplessi nel sentire quella risposta.
Dopo qualche giorno, mentre il figlio stava domando uno dei cavalli, cadde a terra e si ruppe un piede.
I vicini subito esclamarono: “Che sfortuna, e adesso come fai?!”
E il contadino ancora una volta rispose: “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo!”.
I vicini non sapevano più che cosa pensare del vecchio. "Forse è matto!", pensarono.
Dopo qualche settimana comparvero in paese alcuni soldati che reclutavano i giovani validi per la guerra.
Quando entrarono nella capanna trovarono il giovanotto zoppicante e naturalmente lo scartarono, mentre tutti gli altri giovani furono reclutati.
I vicini non ci videro più: “Che mazzo, che fortuna!”
E il vecchio contadino ancora una volta rispose imperturbabile: “Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo”.

Grazie di cuore!
Luca

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