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venerdì 3 dicembre 2010

Le parole simbolo del 2010 (di Beppe Severgnini)

Corriere.it ha lanciato un sondaggio sulle Parole del 2010. Al momento di scrivere, 56.242 partecipanti. La ricerca non ha valore statistico, ma resta interessante. Nessuno può votare due volte, infatti, e nessuno deve votare. 
Se lo fa, è perché ha qualcosa in testa. Cerchiamo di capire cosa.

Vuvuzela 19.0%
E’ curioso che l’orrenda trombetta, sperimentata di persona in Sudafrica, guidi la classifica. Verrebbe da pensare: gli italiani vogliono accantonare un Mondiale presuntuoso e disastroso (il secondo aggettivo è una conseguenza del primo). Invece no. L’idea che un tubo di plastica possa diventare protagonista ha colpito l’immaginazione. Se in un raptus estivo l’avete acquistato, non buttatelo: è perfetto per svegliare i ragazzi la domenica mattina.

Futuristi 18.5% 
Nessuno sa quali siano i fini di Fini, ma le finezze senza fine dei finiani finiscono per lasciare il segno. Continuo a pensare che l’appellativo “futurista” stia meglio a Boccioni che a Bocchino, ma non posso negare che la pattuglia dissidente sia politicamente interessante. Berlusconi scopre la concorrenza interna; e la cosa non gli piace. Resta da capire dove fossero i futuristi nel passato. Non passato remoto. Passato prossimo. Diciamo: dal 1994 al 2010.

Triplete 18.4% 
D’accordo: è stato anche il mio voto. Infantile? Certo. Ma cercate di capirci. La nostra gioia perfetta è cristallizzata in una parola che resterà un piccolo incubo sportivo per tanti avversari: una vittoria così è esponenziale, e difficilissima da replicare. Lo sa anche Mourinho, nostro amatissimo bulletto. Con noi tre allori (l’ultimo a Madrid), con loro cinque pere (a Barcellona).

Bunga Bunga 16.3% 
Ripetizione etnica, ipnotica e onomatopeica. L’avesse tirata fuori apposta, Ruby sarebbe un genio del marketing. Anche Nadia non se la cava male. In una frase ha riassunto la recente storia politica: “Mi ha detto: ‘Sono il sogno degli italiani, sono il Presidente’”. E se l’uomo al cellulare avesse ragione?

Marea nera 7.9% 
Chi possiede una sensibilità ambientale sarà turbato: una festicciola ad Arcore viene giudicata più importante di un disastro in America?! La spiegazione è ovvia: la Brianza è più vicina della Louisiana.

Minatori 7.3% 
Anche il Cile è distante: ma il lieto fine piace sempre, nei film come nella realtà. Figuriamoci quando la realtà somiglia a un film.

iPad 6.6% 
Il più sexy tra i giocattoli per adulti, e non è neppure venduto nei sex shops.

Cricca 3.7% 
Il malaffare non supera la barriera del 4%. Ci hanno steso a furia di sbadigli.

Montecarlo 1.4%
L’appartamento più famoso degli anni Duemila, e non sappiamo neppure se ha i doppi servizi.

Tea Party 0.8% 
La destra americana, almeno, beve tè. La nostra le beve tutte.

Beppe Severgnini

(fonte: Corriere della Sera del 2 dicembre 2010)

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