Prendo atto della richiesta di Giovanna Gotta e condivido questa bella ed importante esperienza, sia a livello umano che sportivo.
Si legge sul sito: "Questa società per disabili è nata quasi naturalmente, i motivi sono facilmente intuibili. Difatti le persone che inizialmente la costituirono avevano all`interno delle loro famiglie persone con handicap fisico".
Ancora: "Il Basket in carrozzina è uno sport di squadra spettacolare che richiede abilità, intelligenza e rapidità. Richiede uno sforzo fisico notevole. Le regole del gioco sono praticamente identiche alle regole del basket dei normodotati".
Ora un importante passaggio sul quale tutti siamo chiamati a riflettere:
UN PROGETTO “ESPORTABILE”, dice Galliano Marchionni.
"Il basket in carrozzina mi ha dato nel corso degli anni la possibilità di viaggiare in quasi tutto il mondo. Rispetto al nostro Paese, la differenza più evidente che si nota, girando per le maggiori capitali europee (e non solo), é che le persone disabili sono parte viva della società.
Questo vuol dire che i mezzi pubblici sono fruibili, i locali pubblici accessibili e, cosa più importante, la società è culturalmente preparata ad affrontare la “disabilità”.
Culturalmente, l’esser preparati di quelle società è dettato dal fatto che quotidianamente si incontra la disabilità nella sua forma più naturale: il ragazzo in carrozzina che (cosa quasi sempre fattibile) da solo sale e scende dal pulman, da solo passeggia senza incontrare ostacoli, da solo va al cinema pagando il suo onestissimo biglietto di ingresso e potendo anche scegliere il posto preferito.
Tutto questo fa sì che il disabile venga considerato un cittadino come tutti gli altri; tutto questo si chiama “integrazione” e determina il grado vero di maturità culturale di una società.
Da questa premessa nasce il progetto “ésportabile”, che risponde infatti all’esigenza di far conoscere per davvero il concetto di disabilità.
Purtroppo in Italia la disabilità è un mondo pressoché sconosciuto, forse inconsciamente occultato da chi sarebbe deputato a conoscerlo e a farlo conoscere agli altri, un mondo noto solo ed esclusivamente a chi lo vive sulla propria persona o per averne un caso all’interno della famiglia. Un ragazzo in carrozzina che non può salire sul treno se non ha fatto una settimana prima la domanda per l’assistenza; bambini disabili della squadra di minibasket da me curata i quali a scuola, durante la lezione di ginnastica, rimangono per tutta l’ora a guardare i compagni fare sport perché il professore non sa come coniugare l’insegnamento con la disabilità; persone che abusivamente parcheggiano nel posto riservato ai disabili o in corrispondenza dello scivolo per le carrozzine, senza porsi il minimo scrupolo.
Esempi sconfortanti di un’Italia ancora indietro in tema di rispetto della diversità!"
Grazie di cuore!
Luca
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