Nell’anno 2010, il 150° compleanno di Roseto, oltre a ricordarci i personaggi benemeriti che hanno lasciato tracce indelebili, è stato un buon motivo per riepilogare i fatti e misfatti che chiamano in causa le Amministrazioni di centrosinistra di questi ultimi lustri.
Nella lunga, documentata, e largamente incompleta rassegna, divisa in tre sezioni, figurano:
1) Gli orridi sub-comparti di viale Makarska, che hanno suscitato l’unanime esecrazione dei rosetani e dei turisti (ed anche Vittorio Sgarbi, venuto a Roseto il 20 giugno 2010 a presentare il libro “L’Italia delle meraviglie”, espresse il suo giudizio con la frase “cementificazione selvaggia e svalutazione del patrimonio artistico e culturale”), il finanziamento perduto e mai recuperato della Variante alla S.S. 16, che poteva risparmiarci di respirare l’aria avvelenata dal traffico urbano ed extraurbano, la mancata realizzazione della pista ciclabile Tordino – Vomano, che ha bloccato il percorso ecoturistico del Corridoio Verde Adriatico, il progetto di Bike Sharing, le bici in prestito che però non potranno circolare in sicurezza, in quanto il nostro Comune, a differenza degli altri Comuni costieri, ha scelto la mobilità auto-dominante anziché quella ciclabile, il Piano di Assetto Naturalistico pagato 230.000 euro, che prevede una lottizzazione di oltre 50.000 metri quadrati nella Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio, il nuovo PRG ed il Piano Spiaggia, che porteranno altre colate di cemento non giustificate da incrementi demografici, ecc..., ecc...;
2) I sempre promessi e mai realizzati parcheggi adeguati alle esigenze, che sono tra i principali fattori del continuo scadimento della qualità della vita, i semafori malfunzionanti, mal temporizzati e mai vigilati, che costringono pedoni e ciclisti a guardarsi tra loro per decidere insieme il momento meno rischioso per l’attraversamento, il bilancio fallimentare del Cirsu e la conseguente emergenza rifiuti, la mai iniziata raccolta porta a porta ed i cotinui rincari della Tarsu che stanno depredando le tasche dei cittadini, il flop delle isole ecologiche a scomparsa e gli altri cassonetti sgangherati, obsoleti e puzzolenti, che sono un indecoroso biglietto da visita di una città turistica, le fioriere, installate per abbellire e ridotte a ricettacoli di sporcizia, i marciapiedi a rischio infortunio e le strade dissestate che si allagano ogni volta che piove, i conflitti d’interesse sulla Riserva naturale Borsacchio, che hanno indotto il sindaco di Roseto, col beneplacito dei Presidenti della Provincia di Teramo (prima D’Agostino di centrosinistra e poi Catarra di centrodestra), a boicottare la nomina dell’Organo di Gestione, facendo perdere al Comune più di un milione di euro di finanziamenti, che poteva assicurare l’occupazione di “disoccupati e inoccupati” (come stabilisce il comma 5 della Legge Regionale 8 febbraio 2005 n. 6), ecc..., ecc...;
3) La dimostrata incuria nella gestione dei beni storici e culturali, quali ad esempio gli Antichi Percorsi, la Fonte dell’Accolle, il monumento ai Caduti del Mare e la Villa Clemente, colpevolmente smemorizzati ed ormai fatiscenti, le tante aree pubbliche assoggettate ai privati e quelle riservate al “carico e scarico”, che sono usate dai beneficiari come domini personali senza controlli e senza limiti, l’acqua di superficie dei nostri rubinetti, trattata nel potabilizzatore di Montorio al Vomano e clorata nuovamente a Campo a Mare, che ci viene tariffata come quella sorgiva dirottata altrove dall’Acquedotto del Ruzzo (di cui il nostro Comune è uno dei maggiori soci), e che ci costringe, fin dal 2001, ad acquistare l’acqua naturale nei negozi, il monumento realizzato da Luigi Celommi per ricordare l’arrivo a Roseto della linfa vitale del Gran Sasso, fatto sparire dal lungomare per cancellare la tradita equità idrica, i “fontanili verdi” di Voltarrosto e S. Lucia, ora silenti e dimenticati, che ebbero come promotore Fernando Di Marcoberardino, e che allora distribuivano il flusso genuino del Gigante ai rosetani ed alla gente accorsa da altri paesi, ecc..., ecc....................
Andando ad esaminare la parte avversa, il centrodestra ancora a digiuno di potere, i vari partiti, formati anche da fuoriusciti del centrosinistra, si sono ricompattati e, nella riunione dell’11 giugno 2010, si sono affidati al consigliere regionale “ballerino” Berardo Rabbuffo. Il quale, favorevole ad “una natura protetta” e contrario al “ becero integralismo ambientale”, si è impegnato a far approvare una nuova normativa per ridurre al 26,5% l’estensione della Riserva naturale Borsacchio, lasciando il 73,5% dell’area protetta nelle mani della speculazione edilizia.
Miracolo del trasformismo che ha fatto dimenticare ai politici locali la magra figura rimediata dall’architetto Rabbuffo, il 21 novembre 2009 al Palazzo del Mare, quando illustrò la sua proposta di legge e venne pesantemente attaccato, interrotto e zittito, proprio dagli esponenti provinciali e regionali del centrodestra, e dai numerosi cittadini intervenuti.
A scendere in campo a fianco del consigliere regionale è stato poi il senatore Paolo Tancredi, coordinatore del PdL della Provincia di Teramo, che per sanare gli abusi perpetrati nelle aree protette ed i conseguenti sequestri ordinati dalla Magistratura, presentò, come primo firmatario, ben tre emendamenti alla “manovra finanziaria”, commentati severamente dalla Stampa nazionale e dagli altri Organi d’Informazione.
Il primo emendamento, “condono edilizio” (“il più indecente di tutti i tempi”, come scrisse il giornalista Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera), allungava la sanatoria 2003 fino al 31 marzo 2010. E nel contempo sospendeva automaticamente “tutti i procedimenti sanzionatori di natura penale ed amministrativa, già avviati in esecuzione di sentenze passate in giudicato”.
Il secondo, “diritto di prelazione”, concedeva ai responsabili degli abusi, nei casi di confisca degli edifici, il diritto di prelazione nelle successive aste di vendita.
Il terzo emendamento, “condono fiscale tombale”, disponeva la riapertura dei termini della sanatoria, e degli omessi versamenti, per le violazioni commesse negli ultimi sei anni fino al 31 dicembre 2008.
“Un pacchetto da Premio Attila”, come riportò Roberto Petrini su La Repubblica.
E quando i tre emendamenti vennero ritirati a furor di popolo, il senatore Tancredi così si espresse nell’intervista concessa al giornalista Mario Sensini (e pubblicata il 22 giugno 2010 dal Corriere della Sera): “...Ma io, anzi noi, neanche li abbiamo letti gli emendamenti, perché non c’è stato il tempo materiale. Li abbiamo solo firmati. Io sono un ambientalista, sono abruzzese e amo la montagna e il Gran Sasso che sta in un parco nazionale. Mai e poi mai mi sarei sognato di proporre un condono edilizio. Dentro ai Parchi e alle aree protette, poi...”.
Di fronte alla così evidente degenerazione della politica, diventata una metastasi nel corpo della società civile, è consolante sentir crescere nella gente la voglia di non andare a votare.
Consolante perché denota una buona conoscenza del collaudato meccanismo elettorale, che, anche alle prossime elezioni comunali del 2011, indurrà nuovamente i candidati dei due schieramenti a chiedere voti “per fare il bene di Roseto”. E una volta eletti faranno, salvo qualche rara eccezione, solo il bene proprio e di qualche amico riconoscente.
Arrivati all’ultima spiaggia, i tanti fatti e misfatti riepilogati dovrebbero favorire la presentazione di liste alternative ed una generalizzata astensione.
Potrebbe allora accadere a Roseto quel che è successo in Sardegna il 13 e 14 giugno 2010, quando, alle elezioni provinciali, il 70% degli elettori ha disertato le urne e le coalizioni vincenti sono state votate dal 15% degli iscritti nei registri elettorali.
Ed il perduto consenso della stragrande maggioranza dei cittadini darebbe il colpo di grazia al quasi-cadavere della politica di centrosinistra e di centrodestra.
Può anche darsi che, qui da noi, il colpo di grazia sia soltanto un sogno. Spetta però alla gente dare, democraticamente, consistenza ai sogni.
Altrimenti “... Diventa irrespirabile un ambiente dove la disputa si è trasformata in rissa, la critica in insulto, le istituzioni in oggetto nelle mani di ignoranti attivi e le bandiere dei grandi principi in involucri di prebende o di interessi personali magari inconfessabili... E senza regole accettate, condivise e difese la democrazia deperisce, la società si trasforma in una giungla dove bande di predoni attrezzati e i loro servi del momento la faranno da padroni...” (Dario Antiseri, vincitore del Premio Internazionale alla Libertà).
Franco Sbrolla
P. S. : questo articolo e i capitoli de “La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio” sono riportati, con foto e didascalie originali, nel sito http://www.francosbrolla-roseto.it/
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