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martedì 23 marzo 2010

La Ville de Notarescó?

Ecco cosa accade a chi pur avendo un potere incontrastato difetta nel prendere decisioni importanti.
La Ville de Notarescó?

SIAMO TUTTI AVVERTITI!!!

Ecco l'articolo del "Corriere della Sera" di
Massimo Nava del 22 marzo.

Baverez: «Sarkozy ha deluso quelli che speravano in riforme profonde»

L'intellettuale: «La sconfitta elettorale è la conseguenza di un metodo sbagliato e della rinuncia a scelte incisive»

PARIGI— Nicolas Baverez, economista e storico, fra i primi intellettuali francesi a salutare con favore il programma del presidente Nicolas Sarkozy, è oggi fra i più preoccupati e delusi. «La sconfitta elettorale— sostiene— è la conseguenza di un metodo sbagliato e della rinuncia a riformare con scelte incisive. Sarkozy non viene punito dagli elettori perché ha osato cambiare la Francia, ma perché non ha fatto abbastanza. Il progetto riformatore si è perso per strada, pur con diverse attenuanti».

Quali?
«Il presidente ha scommesso sulla crescita e sulla mondializzazione per sbloccare la società e il modello economico francese.
La crisi finanziaria ha scombinato le carte, ma gli ha offerto la possibilità di fare cose importanti sulla scena internazionale e di rafforzare la sua immagine all’estero. Inoltre è riuscito a mettere in cantiere misure per tamponare gli effetti della crisi sull’economia francese e limitare la recessione. Ma la disoccupazione è aumentata e la spesa pubblica pure. Oggi la Francia è il Paese che in Europa sottoscrive più debito, sopravanzando l'Italia, la Germania e il Regno Unito. Oggi il debito per abitante in Francia è superiore a quello della Grecia! E la disoccupazione a questi livelli crea una nuova ondata di poveri e di esclusi. In queste condizioni, Sarkozy si è mostrato coraggioso a Davos, ma prudente, quasi pusillanime di fronte ai sindacati e ai funzionari pubblici. Così le riforme si perdono per strada».

Che cosa dovrebbe fare a suo avviso nei prossimi mesi?
«È lo stile di Sarkozy che dovrebbe cambiare, non la strategia e il programma di modernizzazione del Paese. In questi mesi, ha confuso le priorità, che dovevano andare agli investimenti e alla riduzione del peso dello Stato, e ha perso il consenso dei cittadini che lo avevano eletto su un programma di riforme profonde del sistema-Paese. Sarkozy sembra tentato da un patto con i sindacati per arginare la crisi sociale, con il rischio di riconsegnare la Francia al socialismo statalista e al partito ecologista, tutto a discapito della crescita».

Come interpretare l’atteggiamento degli elettori, da un lato astensionisti in massa e, dall'altro, ancora sedotti dal Fronte Nazionale?
«Le due malattie della democrazia sono l'astensione e l'estremismo. Non è un buon segno per la democrazia francese».

L'astensione ha penalizzato la destra e avvantaggiato la sinistra, ma il partito socialista e i verdi non recuperano grandi masse di cittadini. I giovani si astengono. Gli operai votano il Fronte.
«La vittoria della gauche è tuttavia incontestabile. Nessuno ci avrebbe creduto fino a qualche mese fa, quando il partito socialista era sceso ai minimi storici. Lo scarto fra destra e sinistra non è mai stato così ampio. Inoltre, il partito socialista recupera l’alleanza con le frange di sinistra e i verdi occupano un forte spazio d'opposizione. La destra invece non ha riserve di voto e vede crescere il Fronte Nazionale. Rischia di dover affrontare un’equazione impossibile. È la conseguenza di un grave errore tattico del presidente Sarkozy che ha giocato tutte le carte sul partito unico della destra».

Quali saranno le conseguenza nella prospettiva delle presidenziali?
«Dipende da come Sarkozy saprà interpretare il messaggio. Può essere un segnale d’allerta utile. In passato, Lionel Jospin vinse le elezioni intermedie e arrivò alla battaglia dell'Eliseo illudendosi di averla già vinta. Certo è che le elezioni presidenziali rischiano di trasformarsi in uno scontro ideologico, in un referendum contro Sarkozy, a vantaggio della sinistra che oggi ha almeno un leader riconosciuto e che, in queste condizioni, non ha nemmeno bisogno di presentarsi gli elettori con un programma».

Quanto i comportamenti personali e l'immagine mediatica della coppia presidenziale hanno influito sulle scelte dei francesi?
«Non è questo il problema. I francesi contestano a Sarkozy il suo iperattivismo ed egocentrismo, l’eccessiva concentrazione del potere e delle decisioni, il fatto di far calare tutto d’alto, creando una frattura fra governo, ministri, cittadini e parti sociali. È il metodo che deve cambiare

Massimo Nava

3 commenti:

  1. ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE
    Mi spiegate perchè non ci sono più i 2 santini di San Diego e di Sant'Antonio?
    Avete imparato anche a fare confusione sul sito per non far capire la verità?
    Fuggiti dalla chiesa o mandati in missione nel terzo mondo?
    Vi piace tanto scrivere, perchè non scrivete perchè non ci sono più le 2 santità?
    E nemmeno il nome del sindaco?
    Cosa succede?
    Vorrei sapere.
    Come dite voi grazie di cuore!
    Max

    RispondiElimina
  2. Caro Max... hanno cambiato parrocchia!
    Luca

    RispondiElimina
  3. Ho capito.
    Nella chiesa si stanno scoprendo molte magagne e molti alti prelati vengono allontanati prima che scoppi la bomba.
    Che ridere.
    Lo sapevo, partiti a razzo, finiti a...
    Grazie di cuore per essere usciti dalla scena.
    Max

    RispondiElimina

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