Cosa possiamo imparare osservando le scelte della societá nella quale viviamo? Siamo portati a pensare che la cultura egemone sia il faro del nostro tempo? Francesco Alberoni ci propone una riflessione che é da valutare con attenzione. E le domande che mi vengono oggi, sono: "di quali cambiamenti siamo portatori inconsapevoli?" "Verso quale cambiamento consapevole ci stiamo indirizzando?" "Quante persone anonime lo stanno creando?" "Chi sará il leader della prossima e imminente rivoluzione culturale?" "A quali stimoli stiamo reagendo?"
Grazie di cuore!
Luca
(fonte: Corriere della Sera del 06 giugno 2011)
Spesso sociologi e politologi ne sottovalutano il peso
Ogni società cambia attraverso nuovi governi, nuove leggi oppure perché viene sfidata dal basso da sommovimenti popolari emotivi ed improvvisi: i movimenti collettivi. Tutti i movimenti collettivi sono il prodotto di una tensione che si accumula lentamente e a un certo punto esplode. La gente si affolla nelle piazze, ha una esaltante esperienza di eccitamento, entusiasmo, dedizione, speranza nell'avvento di una epoca felice. È quello che abbiamo visto nella piazza Tahrir del Cairo e in quasi tutti i Paesi arabi. Di solito da questo confluire spontaneo emergono dei leader carismatici attorno a cui si strutturano nuove formazioni politiche.
Ma i politologi e i sociologi non studiano i movimenti e ne sottovalutano l'importanza. Così pochi hanno compreso che la fine della Prima Repubblica, fra il 1989 e il 1994, è avvenuta sotto la spinta di movimenti collettivi. Eppure in quel periodo ne sono emersi quattro: la Lega, il movimento referendario di Segni, quello di Di Pietro che poi ha generato il partito Idv, e Forza Italia da cui è sorto il Pdl. In sostanza, le formazioni che hanno caratterizzato l'assetto politico fino ad oggi.
Ormai tutti sono d'accordo che questo assetto stia tramontando. Molti pensavano che la transizione sarebbe avvenuta come in Inghilterra o negli Usa, col passaggio del partito di governo all'opposizione e viceversa. Ma questo accade nei sistemi bipartitici mentre l'Italia è una Repubblica parlamentare. Di conseguenza il cambiamento sta avvenendo ancora una volta attraverso nuovi movimenti. Il processo è iniziato a sinistra grazie alla istituzione delle primarie che consentono l'accendersi di un movimento attorno ad un nuovo leader carismatico. È così che è emerso Vendola. Poi qualcosa di simile si è verificato a Milano con Pisapia e a Napoli con de Magistris. Il movimento di Vendola ha adottato addirittura un colore simbolico nuovo, l'arancione.
Ma il processo di trasformazione non si è concluso. Sono in atto mutamenti anche nel centrodestra. Potrebbero esserci delle primarie anche nel Pdl e, se dovesse crearsi anche in quest'area un vuoto politico e uno stato di incertezza, di certo assisteremmo al formarsi di movimenti e di nuove leadership. In sostanza mi sembra di poter dire che nel sistema politico italiano, dopo vent'anni, è iniziato un altro «periodo di movimenti» che potrebbero distruggere molte vecchie formazioni politiche e farne apparire delle nuove e con nuovi leader.
Francesco Alberoni
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