Il gioco di squadra é fondamentale per tenere in vita la competizione e, in sostanza, é retto dalla solidarietá.
L´elemento distintivo é sempre e comunque l´essere umano, l´individuo.
Per questo a Notaresco (in comune) siamo partiti dallo sviluppo delle abilitá di ognuno (dalla solidarietá).
"Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi".
Questo Ernest Hemingway, al quale aggiungerei: partendo da quello che sei...
Grazie di cuore!
Luca
(fonte: Corriere della Sera del 23 maggio 2011)
La società è formata tanto dalla competizione come dalla solidarietà. La prima modifica e innova, la seconda stabilizza. E ciascuna ha delle regole. La solidarietà chiede alla gente di dire la verità, di rispettarsi, di aiutarsi reciprocamente, di essere leale. La competizione invece le consente spesso anche di mentire, ingannare, creare tranelli all’avversario. A poker il giocatore cerca di trarre in inganno l’avversario e perciò vince non solo chi ha il punteggio più elevato, ma anche chi riesce a fare un bluff. Il commerciante non è tenuto a dire che l’oggetto che vende a cento gli è costato solo dieci. Non è compito dell’avvocato scoprire la verità, ma solo far apparire l’imputato innocente mentre il pubblico ministero deve farlo apparire colpevole. Il politico, per vincere, cercherà di dimostrare che il suo competitore è inadeguato o incapace. Però la competizione può esistere solo perché la società nel suo complesso è retta dalle regole della solidarietà. Perfino l’esercito in guerra ha bisogno che i suoi membri siano solidali, si aiutino, si sostengano. Anche i mafiosi hanno regole di solidarietà fra di loro.
Deve quindi sempre esserci un equilibrio fra queste due forze. Vi sono invece dei periodi in cui la competizione cresce, deborda e sembra quasi travolgere il mondo della solidarietà. Per esempio nella guerra civile, quando perfino le famiglie sono lacerate dall’odio. E vi sono società in cui le forze competitive diventano così forti da invadere il mondo della solidarietà. Come fa il narcotraffico in Colombia e la camorra in certe zone di Napoli. A volte è la politica che deborda. È successo in Italia all’epoca del terrorismo, ma ci sono state esagerazioni anche negli ultimi anni. La mia impressione è che gli italiani oggi si siano stancati degli eccessi della competizione politica. Del chiasso, degli insulti, della demagogia, dei tradimenti, di tutto ciò che è chiacchiera e corruzione. Mentre vogliono cose concrete, pratiche, sviluppo economico, lavoro, occupazione, nuove strade, ferrovie, servizi efficienti, una città pulita. E si diffonde sempre di più il bisogno di solidarietà, cioè di ordine, di serietà, di onestà, di giustizia, di correttezza in tutti i campi: sul lavoro, sulle strade, nella scuola, nei comportamenti quotidiani, fra vicini, in famiglia. Il bisogno di una ricostruzione politica e morale.
Francesco Alberoni
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