"INSIEME PER REALIZZARE UNA GRANDE STORIA"

Siamo NATI NELLA CONDIVISIONE e saremo in grado di realizzarla solo quando capiremo che... "Ogni potere è debole, a meno che non sia unito" Jean de La Fontaine

notaresco nel cuore del... web!

"Crescere significa superare quello che siete oggi" (Swami Prajinanapada)

giovedì 27 maggio 2010

Il Pdl stringe d'assedio Alfano e Ghedini "Questa legge va su un binario morto"

(fonte: la Repubblica del 26 maggio 2010)
Non si può tornare al testo della Camera perché già bocciato da Napolitano. Il leghista Bricolo gela gli alleati: "La gente non ne può più, pensiamo alla crisi piuttosto"

ROMA - Fingono di costruire e mediare, ma in sordina marciano verso l'affossamento. Con una strategia che Berlusconi ha già indicato: "Approviamo questa inutile legge al Senato e poi mettiamola su un binario morto. Ci ha già creato troppi problemi. È una riforma inutile. Con questo testo annacquato i magistrati continueranno a massacrarci e i giornalisti enfatizzeranno le loro mosse. E Fini potrà vantare una vittoria che io proprio non voglio riconoscergli".

È deciso il Cavaliere. Troppo forti, al suo orecchio, le lagnanze che gli arrivano per la scriteriata gestione delle riforma da parte del duo Alfano-Ghedini. Grave il campanello d'allarme della Lega, dove un gelido Federico Bricolo, il capogruppo al Senato che cammina sempre a fianco di Rosi Mauro che a sua volta è l'ombra di Umberto Bossi, ha gelato Alfano e il collega Maurizio Gasparri. A loro, che lo chiamavano per controfirmare le prossime modifiche, ha fatto trovare sul tavolo una bella nota d'agenzia: "I cittadini sono stanchi delle continue polemiche sulle intercettazioni. È ora di dire basta per concentrarsi, com'è giusto che sia, sulla manovra economica".

Un segnale chiarissimo. Troppe avanzate e ritirate, troppi scontri, soprattutto troppo tempo. E perché poi? Per un risultato che non piace a Berlusconi, semina la guerra con i magistrati e i poliziotti, preoccupa il capo della polizia Manganelli, mette gravemente a rischio la lotta alla mafia. Un unico mormorio ieri in Transatlantico, proteste passate dall'uno all'altro: "Ma com'è possibile che ci siamo incartati in questo modo? Chi ha gestito quest'operazione in modo così disavveduto? Ma Berlusconi se ne rende conto che stiamo perdendo la faccia? Ma molliamola una volta per tutte questa legge. Al primo magistrato che non potrà fare un'indagine, al primo delinquente che sarà libero perché le intercettazioni possono durare solo 75 giorni vedrete i titoli della Padania. La Lega sarà la prima a sfilarsi. Noi passeremo per i soliti che vogliono favorire i criminali". E giù i ricordi delle forzate retromarce, dalla blocca processi al processo breve, fughe in avanti per salvare il Cavaliere dai processi finite sempre in una brutta figura. La Velina rossa di Pasquale Laurito dà il ddl "morto" all'80 per cento.

Pollice verso sul Guardasigilli, colpevole di aver avallato gli ultimi emendamenti, varati proprio nel suo dicastero. Le multe ai giornalisti aumentate, nel cestino la norma salva-cronaca della Bongiorno. Appena il 19 aprile. Che adesso costringono il governo a tornare indietro, consegnando a Fini un'evidente vittoria politica. Una figuraccia. Alfano cerca la copertura del partito. Lo difende Maurizio Gasparri che gli cuce appositamente addosso una nota ufficiale ("Ci muoviamo in sintonia con il ministro della Giustizia"). E lui, dopo aver scaricato sul relatore Roberto Centaro la responsabilità delle modifiche da cui prende le distanze, ora non firma le nuove ma costringe lo stesso Centaro a presentarle, con la conseguenza che il relatore sconfessa se stesso nel'arco di un mese. Ma sono i media, come sempre, a preoccupare Alfano. Lui vuole mettere in sicurezza il governo ed evitare di leggere titoli sulla retromarcia.

Che, a guardare gli emendamenti, è ben evidente. Intanto, come gli fanno notare, non si può tornare al testo della Camera. Parlarne è fare solo propaganda e rischiare di mettersi in un pasticcio nel pasticcio. Quello, a luglio dell'anno scorso, è stato stoppato dal capo dello Stato che convocò Alfano al Quirinale perché Napolitano, proprio dopo il voto a Montecitorio con la fiducia, non accettava la formula degli "evidenti indizi di colpevolezza", gli sembravano esagerate le multe a giornalisti ed editori (già lì c'era la maxi pena da 465mila euro), giudicava inaccettabile la norma transitoria per cui la legge non si applicava ai processi in corso, ma solo a quelli nuovi con evidenti anomalie. Il testo della Camera, dunque, non era digeribile e non sarebbe stato firmato dal presidente. Ma l'errore del Guardasigilli è stato di non seguire le indicazioni del Colle, ma di andare in direzione contraria. Finendo nel precipizio che porterà la legge alla tomba.

LIANA MILELLA

Nessun commento:

Posta un commento

Utili blog PER CONTINUARE LA LETTURA

"From the pain come the dream - From the dream come the vision - From the vision come the people - From the people come the power - From this power come the change" Peter Gabriel - Fourteen Black Paintings


"I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l'uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza" Albert Einstein. (riguardo le accuse a Bertrand Russell; citato in Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impenitente, 2008)

Per creare insieme la nostra Notaresco

Scrivi a NNC e lascia un tuo commento, idea, suggerimento, riflessione, critica, ecc...
nonecu@gmail.com

I LOVE NOTARESCO

un cuore che batte di passione...

un cuore che batte di passione...
Per chi ha Notaresco nel cuore!

NNC

NNC

NNC