Ha creato un movimento culturale di dimensioni planetarie e si batte per l'eccellenza e la tradizione raccontando in giro per il mondo le sue veritá.
Nell'intervista che propongo oggi, giro di giostra sulla situazione politica nazionale che voglio riportare in ambito locale.
Cosa possiamo fare noi per rilanciare l'agricoltura sul territorio?
E se pensi che sia un argomento di un'altra epoca, rispondo con le parole di Carlo Petrini: "Chi pensa che tutto cio' sia un retaggio di una cultura sorpassata, sbaglia".
Grazie di cuore Carlin!
Luca
PS: segnalo il libro PANE E BUGIE (trovi la foto di spalla a destra) di Dario Bressanini e suggerito da Marcello Pagnottella. Non conoscevo questo testo che comprerò al più presto. Mi piace questa condivisione, questo scambio di informazioni, di saperi, di aiuto reciproco nello spirito NNC:
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(fonte: LA STAMPA del 31 marzo 2010)
Carlin Petrini e' appena tornato da un viaggio in Brasile, dove dal 19 marzo si e' svolta la seconda riunione della rete di Terra Madre.
«La' ho incontrato i contadini e i loro leader, che dibattevano con i ministri dell'Agricoltura e dello Sviluppo rurale del governo Lula: la' ho visto una forte impronta di cultura gramsciana. Mica come qui in Italia...».
Il presidente di Slow Food International, nel suo studio al centro dell'Universita' di Scienze gastronomiche di Pollenzo, non pare molto stupito dalla messe di voti intercettati dalla Lega Nord nelle campagne, dalle province del Piemonte (qui nel Cuneese fino al 15 per cento) alle terre venete di Luca Zaia. Il ministro che ha condiviso alcune battaglie con lei fara' il governatore, a furor di popolo...
«Zaia ha fatto scelte coraggiose, da ministro, che ho apprezzato, come la posizione anti-Ogm. Gli sono costate qualche problema con la Confagricoltura, per esempio...».
Lei pero' ci ha litigato sul McItaly, il panino all'italiana in partnership con McDonalds'.
«Si', quando non sono d'accordo con qualcuno lo dico sempre apertamente. Slow Food non ha subalternita' con nessun esponente politico, nel difendere le sue battaglie. E Zaia ha una forte capacita' di comunicazione. Detto questo, ha intercettato con intelligenza dei temi e dei valori che noi sosteniamo da tempo».
La Lega ha sostituito la Bonomiana, se la ricorda? Era l'organizzazione dei Coltivatori diretti legata alla Dc, che nelle campagne era fortissima, presieduta per anni da Paolo Bonomi.
«La Bonomiana era una cinghia di trasmissione autentica. Chi faceva il funzionario per la Coldiretti, poi diventava deputato dc. Oggi e' vero che la Coldiretti appoggia Berlusconi, che e' vicina a questo governo, ma ha una sua autonomia che allora non aveva. La Lega e' un'altra cosa, e' un movimento politico che sa riferirsi a valori che oggi sono di grande modernita'».
Il Pd non lo fa?
«Bersani ha chiuso la sua campagna elettorale davanti ai cancelli della Fiat. La loro matrice operaista, produttivista, non si smentisce. Hanno tralasciato altri valori».
Quali?
«Vogliamo elencare quali sono i temi che noi di Slow Food sosteniamo da tempo? Memoria, identita' del territorio, forme popolari di espressione come la musica locale, i dialetti. Per noi sono un discorso culturale. La Lega ne ha fatto un manifesto politico».
Siete come la Lega?
«No, perche' senza i diecimila macedoni che nelle Langhe fanno la vendemmia, il Barolo sarebbe scomparso. E l'identita' di un territorio non ha senso senza lo scambio. In questo siamo diversi. E poi quei valori erano di Antonio Gramsci, mica di Calderoli...».
Dunque come spiega il loro successo elettorale?
«Guardi, un tempo nelle campagne c'era una forte presenza della Chiesa. Oggi non ci sono piu' i parroci, ogni sacerdote tiene due o tre parrocchie ''a scavalco''. E allora qualcuno crede nel ''Dio Po''.»
Cota e Zaia interpretano un passato rurale che non esiste piu'?
«Ma di che cosa parliamo? Ad aprile andro' a fare un tour a Yale, Harvard e Princeton, le migliori universita' americane, per spiegare questi temi. Chi pensa che tutto cio' sia un retaggio di una cultura sorpassata, sbaglia. E' sintomo di grande modernita'. E lo sta dimostrando proprio Obama, con la ''green economy'', la riforma sanitaria, la battaglia contro il ''junk food''. Lo sa chi ha inaugurato il primo ''farmer market'' nella sua citta', Chicago, nel 1997?».
Carlin Petrini?
«Proprio cosi'».
Gigi Padovani
Carlo Petrini
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